Black cerca un Grovyle

Grovyle era sfinito, ma era troppo testardo per mollare. Facendo affidamento sull'Erbaiuto, riacquistò un paio di energie per sferrare un Fendifoglia per difendersi dal Dragartigli. I due attacchi cozzarono e si liberò una nube di polvere...

Il polverone si diradò mostrando uno Shelgon e un Grovyle completamente esausti. Ansimavano, ricoperti di polvere e di ferite, difficile dire chi dei due fosse messo peggio. Negli occhi di Grovyle, tuttavia, continuava ad ardere il fuoco della sfida, solo un poco più flebile di prima...

Grovyle utilizzò a sorpresa l'attacco Individua, vanificando la Cozzata Zen dello Shelgon avversario e mandandolo KO per l'immane impatto. Black, a questo punto, o si decideva e rischiava ad usare una sfera poke e chiudeva l'incontro, o sarebbe stato costretto a vedere i membri del suo party venire sconfitti uno dopo l'altro da quel pokemon così apparentemente invincibile...

Grovyle ringhiò alla sfera che sfrecciava velocissima verso di lui. Poi, in una frazione di secondo, parve sentire...qualcosa. Si alzò di scatto, gettò un'altra mitragliata di semi sulla sfera che cadde lontana, inerme, e si dileguò nella foresta.
Black, ancora senza parole per la terribile delusione, non ebbe il tempo di ragionare razionalmente, quando sentii una sensazione innaturale di vuoto e di emicrania. Tutto intorno a lui, un viscido gas purpureo si espandeva inesorabile, scivolandogli nelle narici, scorrendogli nelle vene...

La vista gli si annebbiò, cominciò a barcollare e iniziò a girargli la testa. Il veleno era entrato quasi del tutto in circolo.
In balia degli effetti disastrosi del gas, Black non si accorse delle ombre che fuggivano dalla foresta, dopo aver attuato il piano...

Black cadde a terra privo di sensi, mentre i fautori del crimine se la svignavano, senza lasciare traccia di loro, nemmeno un vago ricordo nella mente del giovane, che pensando alla sua Roxanne e ai suoi amici, si preparava all'estremo addio...
Poi, quando ormai il ragazzo giaceva riverso sul suolo da diversi minuti, apparve una figura famigliare, vestita di nero.
- Black, Black... Non riesci proprio a stare lontano dai guai.
E preso l'allenatore tra le braccia, l'uomo si avviò lontano dalla foresta, seguito dal fedele ed elegante Persian.

All'improvviso, la porta alla sua destra, l'unica via di uscita da quella stanza, si aprì, per permettere ad un uomo alto, vestito in abiti eleganti e neri, di fare il suo ingresso. Un raffinato Persian accompagnava con grazia i passi di quel distinto signore.
- E allora, figlio mio... Come ti senti oggi?

Giovanni sorrise, ma in maniera quasi esasperata.
- Black, Black - ripetè, con un tono da saccente che faceva venire i nervi - Che razza di persona pensi che sia? Sono pur sempre tuo padre, boss o non boss