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Perché...?

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view post Posted on 6/3/2010, 01:34
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Seiryu "Yu" Ocean Aizawa Sesta

Demon Buster Trainee

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Fan fic scritta in un particolare momento della mia vita... in 3 capitoli... è piuttosto triste.. ma comunque...
(magari finita questa posto Trainers Tale...)

________________________________________


Perché...?

Correva velocemente mentre il paesaggio che le stava accanto scorreva vorticosamente senza che vi facesse caso. Le case, gli alberi, i giardini parevano del tutto sfocati e privi d'interesse. Vedeva davanti a se solamente una triste verità e le lacrime che continuavano, inesorabilmente, a scenderle.
I lunghi capelli castani svolazzavano provocati dal vento di quella corsa disperata mentre i piedi la portavano chissà dove, ma lontano da li.
Aveva il fiatone ma continuava a correre nella speranza che, quando si sarebbe fermata, tutto sarebbe stato come prima, tutto sarebbe rimasto immutabile. Ma la realtà era del totalmente differente.
Senza rendersene conto arrivò in un piccola città portuale: Canalipoli. Conosceva benissimo quel posto visto che vi era stata moltissime altre volte, ma ora era diverso, era come se qualcosa più forte di lei l'avesse trascinata fin li e lei non vi aveva trovato modo per opporsi.
Al centro della città sorgeva un enorme ponte levatoio che permetteva alle navi più grosse di lasciare il porto e di raggiungere il mare aperto. Tutt'attorno vi erano le innumerevoli case dei vari marinai e capitani ma la città riservava anche altre sorprese: vi era una palestra Pokémon e un enorme biblioteca, ed era in quest'ultima che si era diretta. Ogni volta che voleva restare da sola andavi li: lasciava la sua città, i suoi problemi e s'immergeva nella lettura per poi tornare più serena. Ma probabilmente quella volta sarebbe stato differente: nemmeno li avrebbe trovato consolazione a quant'era successo in quel breve lasso di tempo, nemmeno li avrebbe capito il perché di quegli eventi.
Ormai la sera stava lasciando spazio alla notte, le prime stelle cominciavano a riempire l'oscuro cielo nell'attesa che la signora della notte, la Luna, facesse il suo trionfale ingresso. Per la prima volta in tutti quegli anni vedeva la sera come un momento di non ritorno, un momento in cui la vita avrebbe lasciato spazio alla morte senza alcuna speranza di vittoria.
Si asciugò le lacrime osservando il tramonto, il sole ormai era una sottile linea che da un momento all'altro sarebbe sparita. Ripensò a quando, da piccola, i suoi genitori l'avevano portata in quella città e il tramonto le sembrava la cosa più bella che avesse mai visto, mentre ora la disgustava. Ripensò anche a quando era entrata per la prima volta in biblioteca e aveva visto tutti quei libri. Da allora era venuta spesso li.
Prese un profondo respiro per calmarsi e far si che tutta la fatica della corsa sparisse il più in fretta possibile, poi entrò.

Non appena varcò l'ingresso della biblioteca sentì l'odore dei vecchi libri ordinatamente sistemati sui vari scaffali e la sua attenzione ricadde sul bancone dove una segretaria svolgeva il suo lavoro di catalogazione. Immetteva freneticamente i nomi dei libri, il genere e l'autore nel computer e su ogni libro attaccava un piccolo numero d'identificazione. Solamente dopo qualche istante la bibliotecaria s'accorse della nuova venuta e le rivolse un sincero sorriso riconoscendola
"Asuka" disse la donna fermandosi e notando la ragazza "Come stai? Va tutto bene?"
"Credo di si.. non lo so.." ammise la ragazza col fiatone. Si accorse solamente in quell'istante che aveva ancora addosso i pantaloni da ginnastica e una maglietta a manico corto del tutto sporchi di terra. Non aveva badato molto ai dettagli quando le era giunta la notizia: era solamente corsa via nella speranza di lasciarsi tutto indietro.
"Tra poco la biblioteca chiuderà" osservò la donna con un sospiro guardando l'orologio posto sul muro "Ma se vuoi puoi restare"
"Si.. grazie" disse la ragazza avviandosi al piano superiore. Ormai conosceva la bibliotecaia come le sue tasche e spesso la donna le permetteva di restare a leggere per tutta la notte, infondo quella donna era anche la proprietaria della biblioteca.
"Asuka" la richiamò la donna
"Si?" domandò stancamente la ragazza
"Credo che ormai sia inutile dirtelo ma" cominciò la donna "Chiuderò la biblioteca alle nove e aprirò solamente domani mattina. Se nel frattempo ti viene fame usa pure i distributori automatici"
"Si, grazie"
"Allora a domani.. e buona lettura" disse la donna cominciando a prepararsi per la chiusura della biblioteca.
Asuka salì le scale e si trovò in un altra immensa stanza piena di libri, cominciò a girovagare senza meta osservando ogni singolo volume posto sugli scaffali. Non sapeva bene che cosa cercasse ma sperava di trovare qualche libro interessante che le permettesse, almeno per quella notte, di non pensare ai suoi problemi. Aprì spesso dei libri, che avevano un titolo interessante, per leggerne la trama ma con un gesto ormai ripetitivo li riponeva indietro insoddisfatta.
Passò al piano successivo e ripeté l'operazione per un paio di libri finché da una della sue Pokéball non uscì un piccolo Eevee che si mise immediatamente a scorrazzare per l'intera stanza
"Eevee stai fermo!" lo rimproverò immediatamente la ragazza e il piccolo Pokémon si avvicinò alla sua allenatrice osservandola attentamente
"Cosa c'è?" domandò Asuka ma Eevee le saltò sulla spalla per osservare cosa stava facendo
L'allenatrice continuò la sua ricerca mente il piccolo Pokémon spesso le indicava qualche libro dalla copertina vistosa ma ogni volta il libro veniva rimesso al suo posto. Offeso dai continui rifiuti dell'allenatrice, Eevee fece uscire da una Pokéball un Pikachu. Appena Asuka vide il piccolo Pokémon elettrico sentì nuovamente le lacrime rigarle il viso, i due Pokémon s'avvicinarono alla loro allenatrice per capire cos'avesse e istintivamente lei gli abbracciò scoppiando in un pianto irrefrenabile
"Non è giusto! Perché doveva andare cosi?! Lui non meritava quella fine!" disse furente la ragazza tra un singhiozzo e l'altro mentre le lacrime scendevano sempre di più. I due Pokémon s'osservarono per un istante e cercarono di consolare la loro allenatrice, ci riuscirono solamente dopo qualche istante.
Asuka si rialzò e si asciugò, per l'ennesima volta in quella giornata, le lacrime e continuò ad osservare i libri in quella stanza. Era certa che su quel piano non avrebbe trovato nulla d'interessante e salì all'ultimo piano: come prima cominciò a girovagare ma qualcosa attirò la sua attenzione. S'avvicinò allo scaffale notando un libro con una copertina tutta usurata, ma quello che la sorprese era il fatto che quel libro non aveva un titolo. Squadrò per un istante il libro mentre i due Pokémon osservavano anche loro incuriositi
"E' strano.. credevo che tutti i libri fossero catalogati.. questo non solo non ha il titolo ma non ha neppure il numero di catalogazione" osservò sorpresa Asuka. Spinta dalla curiosità aprì il libro e notò una frase posta sulla prima pagina del libro, la lesse ad alta voce:
IN QUESTO LIBRO SI TROVANO LE RISPOSTE CHE SI CERCANO
Sorrise ironicamente. Possibile che un libro avesse la risposta alla domanda che si stava ponendo in quell'istante? No, era impossibile. Rimise il libro al suo posto e continuò a vagare per la stanza in cerca di un libro più serio ma ormai tutti i suoi pensieri erano concentrati sulla frase letta in quello strano libro. E se fosse stata la realtà? Cosa le costava leggerlo? Infondo si trattava di un innocuo libro, di certo non poteva farle alcun male. Ma più ci pensava e più quella storia le sembrava assurda: un libro senza titolo che avrebbe le risposte che si cercano? Sicuramente era una burla.
Più continuava a girare per quella stanza più cresceva la curiosità nel leggere quel misterioso libro.
"E va bene.." si disse alla fine mentre i due Pokémon la guardarono sorpresi "Se do solamente un occhiata alla trama non succederà nulla, no?"
Si girò e tornò nello stesso punto in cui aveva trovato quel libro, lo prese nuovamente in mano e lo aprì, osservò nuovamente la frase nella prima pagina e poi guardò i suoi due Pokémon
"Non crederete mica che la frase sia vera!" disse scettica la ragazza, poi voltò la pagina e lesse l'introduzione del libro.

"In questo libro viene narrata una storia, alla fine del libro si troverà la risposta che si cerca. Una risposta senza verità ne menzogna. Starà poi al lettore decidere se accettare il tutto o meno."

Finì di leggere quelle poche righe e osservò i suoi Pokémon
"Assurdo non trovate?" disse con un sorriso, chiuse il libro intenta a riporlo al suo posto ma senza saperne il perché non vi riusciva. Restò per qualche secondo col libro in mano indecisa se leggere le pagine successive o rimetterlo dove l'aveva trovato. Guardò indecisa il libro ma poi il piccolo Pikachu le saltò sulla spalla e le strappò il contenuto dalle mani
"Pikachu ma che fai?" domandò Asuka cercando di riprendere il libro ma il piccolo Pikachu cose via in direzione di un piccolo tavolo con sopra un vaso di fiori circondato da quattro sedie. Pikachu salì sul tavolo e attese li la sua allenatrice.
Asuka lo raggiunse assieme ad Eevee e guardò il piccolo Pokémon: ricordava ancora quando l'aveva visto per la prima volta, le era stato regalato da Shin. Da allora non se ne era mai separata visto che era stato il primo e l'ultimo regalo da parte del ragazzo. Le scese una lacrima ma l'asciugò immediatamente
"Scusa.." disse Asuka avvicinandosi al Pokémon elettrico, estrasse una Pokéball e fece uscire il suo Arcanine. L'enorme Pokémon fuoco si stiracchiò e osservò la ragazza
"Puoi accendere la candela che si trova sul tavolo?" chiese Asuka e il Pokémon fuoco obbedì accendendo la piccola candela che si trovava sopra il tavolo "Avrei un altro favore da chiederti, potresti restare di guardia?"
Arcanine si avvicinò alla sua allenatrice e strofinò il muso in cerca di coccole che prontamente trovò, poi si diresse a pochi passi dalle scale e si sdraiò osservando la situazione nella stanza e sulle scale.
La ragazza distolse lo sguardo da Arcanine, spostò una sedia e si accomodò mentre Pikachu le si avvicinò col libro in mano
"Voi che ne dite? Potrei sempre leggerlo per ingannare il tempo.." disse Asuka rivolta ai suoi due Pokémon, per tutta risposta questi fecero un cenno positivo con la testa "Va bene allora.. ma non credo a quello che c'è scritto nella prima pagina, sia ben chiaro!"
Aprì il libro passando alla prima pagina che ancora non aveva letto, Eevee saltò sulle ginocchia della sua allenatrice e s'accovacciò comodamente mentre Pikachu si sedette sul tavolo in attesa che la ragazza cominciasse a leggere. Tutt'intorno vi era silenzio, la notte era scesa inesorabile ormai da tempo e la piccola candela illuminava quel piccolo spazio permettendo alla ragazza di vedere quanto bastava per leggere il libro. Finalmente Asuka cominciò a leggere e tutta l'attenzione era incentrata sulla sua voce che narrava la storia del libro.

******************
Una ragazza camminava con passo deciso verso il centro della foresta, i capelli castano chiaro raggiungevano le spalle della ragazza e i suoi occhi scuri mostravano una determinazione che mai prima d'ora si sarebbe aspettata. Voleva a tutti i costi raggiungere il suo obiettivo, un traguardo che si era fissata da quando aveva messo piede a Johto: andare al Bosco di Lecci e incontrare il suo guardiano.
Era nel bosco ormai da un paio d'ore ma non riusciva a capire che direzione prendere per raggiungere il centro del bosco cosi aveva vagato nella speranza d'incontrare casualmente il guardiano. Le gambe cominciavano a farle male ma non aveva alcuna intenzione d'arrendersi, continuò a camminare contenta del fatto che il suo zaino fosse piuttosto leggero. Quel giorno aveva deciso d'indossare gli abiti più comodi che aveva: una tuta da ginnastica, scarpe da corsa e un piccolo zaino con le cose di prima necessità in modo da non portare pesi eccessivi.
Stanca della situazione prese una Pokéball dalle tasche e la lanciò davanti a se: ne uscì un Noctowl pronto all'azione
"Noctowl vai a cercare il centro della foresta.. lo riconoscerai sicuramente perché vi si trova un piccolo tempio" disse la ragazza e il Pokémon volò via senza pensarci due volte. Era stufa di cercare il tempio e voleva raggiungerlo il più velocemente possibile, si guardò attorno alla ricerca di un possibile sentiero da imboccare ma tutto le sembrava identico. Senza rendersene conto il Pokémon volante tornò e cominciò a farle segno di seguirlo, senza pensarci due volte s'avviò lungo la strada che le veniva indicata.
L'intera foresta era all'ombra dei giganteschi alberi che ospitavano tantissimi Pokémon coleottero, l'erba in alcuni punti era veramente alta e nascondeva molti piccoli Pokémon. Su alcuni alberi vi era del muschio e ai loro piedi vi crescevano dei funghi, alcuni piccoli e altri grandi. La ragazza procedeva sicura in quella foresta e seguiva costantemente il suo Pokémon. Dopo del tempo che le parve immenso, Noctowl atterrò vicino ad un piccolo tempio e cominciò a roteare la sua testa in attesa della sua allenatrice.
"Eccolo.." disse la ragazza appena giunta a destinazione "Grazie Noctowl, hai svolto un ottimo lavoro!"
Prese dalla cintura una Pokéball è richiamò al suo interno Noctowl. Osservò per qualche minuto il piccolo tempio in mezzo al bosco. In quel punto alcuni raggi di luce filtravano tra gli alberi in un gioco di luce ed ombra magnifico, ma lei non lo notò nemmeno. Si avvicinò al piccolo templio in cerca di qualcosa ma non lo trovò. Cominciò ad arrabbiarsi e sbattè un pugno sul tempio
"Esci fuori!" ordinò la ragazza come se stesse aspettando qualcuno "Ho bisogno del tuo aiuto! Non lascerò che questa situazione continui ancora!"
Guardò il tempio e le lacrime cominciarono a rigarle il viso
"Io.. voglio salvarlo... lo devo fare... voglio tornare indietro.." disse la ragazza con le lacrime agli occhi "Devo tornare nel passato!"
Improvvisamente apparve una luce davanti agli occhi dell'allenatrice e ne comparve un piccolo Pokémon psico di colore verde.

******************
"Celebi" disse in un sussurro Asuka facendo voltare di scatto Arcanine, quando notò che la situazione era tranquilla tornò ad osservare le scale
"Pika?" domandò il piccolo Pokémon elettrico
"Celebi.. è un Pokémon leggendario!" disse d'un fiato Asuka alzandosi dalla sedia "Potrebbe davvero essere d'aiuto pure a noi!"
In men che non si dica si diresse verso uno scaffale e cercò un libro
"L'avevo letto poco tempo fa.. dove può essere finito?" si domandò la ragazza mentre i suoi Pokémon la guardavano con un espressione interrogativa "Ah eccolo!"
La ragazza prese il libro e tornò a sedersi accanto ai suoi Pokémon, aprì il libro e cercò le informazioni di cui necessitava
"Ecco qua.. Celebi Pokémon di tipo psico-erba accomunato con le fate. Secondo la tradizione questo Pokémon è protettore dei boschi e può curare le piante. Si dice che questo Pokémon possa viaggiare attraverso il tempo, anche se sono stati avvistati diversi esemplari di Celebi rimane un mistero se si tratti dello stesso esemplare che viaggia nel tempo o di diversi. Attualmente nel Bosco di Lecci è stato costruito un tempio in suo onore visto che quello è il posto dove è stato avvistato maggiormente." lesse velocemente Asuka mentre Eevee la guardava confuso
"E' quello che ci vuole! Se lo catturiamo potremmo tornare indietro nel tempo ed impedire che" ma si bloccò mentre Pikachu le venne vicino "Domani mattina partirò per Johto"
Pikachu abbassò lo sguardo, sapeva cosa voleva fare la sua allenatrice e non voleva toglierle quella piccola illusione di speranza. Asuka chiuse il libro che parlava dei Pokémon leggendari e avvicinò a se il libro senza titolo, continuò a leggerlo con maggiore curiosità.

 
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view post Posted on 6/3/2010, 19:29
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è molto lunga ma è anche molto bella *_*
 
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view post Posted on 8/3/2010, 00:02
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Seiryu "Yu" Ocean Aizawa Sesta

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CITAZIONE (~•Suzuna-sensei @ 6/3/2010, 19:29)
è molto lunga ma è anche molto bella *_*

thanks ^^
in effetti l'ho dovuta suddividere in 3 per via della lunghezza...





******************
"Celebi.." disse quasi in un sussurro la ragazza "Il mio nome è Eri, sono venuta per catturarti"
Il Pokémon psico-erba la guardò impassibile, era stato nel futuro e nel passato, sapeva benissimo quello che sarebbe accaduto e non si mosse. Eri osservò per un istante il Pokémon leggendario e tirò fuori una Pokéball
"Ti prego, voglio solamente il tuo aiuto.." disse la ragazza mentre il piccolo Pokémon volò in direzione della Pokéball, premette il pulsante al centro e si fece catturare. La ragazza osservò per un istante la sfera che teneva in mano, era stato fin troppo facile catturare Celebi ma non le importava. Finalmente poteva tornare nel passato e salvare Aron.
Fece uscire dalla sfera il Pokémon appena catturato e lo osservò in silenzio
"Portami nel passato, prima che Aron muoia" disse con un filo di voce la ragazza e Celebi cominciò a preparare il viaggio attraverso il tempo. Eri chiuse gli occhi mentre una fortissima luce avvolgeva i due.

Appena la luce sparì aprì nuovamente gli occhi ritrovandosi all'esterno di una piccola città: era tornata a Fiordoropoli, la sua città natale.
Riconobbe immediatamente l'enorme torre radio, il gigantesco centro commerciale pieno di prodotti per Pokémon, il coloratissimo Casinò e le varie case tra cui era cresciuta. Le sembrava di mancare da casa da un infinità di tempo ma non aveva tempo per pensare a quello, doveva trovare immediatamente Aron. Richiamò nella sua Pokéball il piccolo Celebi e corse verso la città. Le enormi case si susseguivano una dietro l'altra, la palestra Pokémon era totalmente differente dalle altre costruzioni e il centro medico per Pokémon era sempre affollatissimo. Cominciò a cercare dai luoghi che Aron frequentava più spesso ma nemmeno in quei luoghi lo trovò. Guardò il suo Pokégear: segnava le 16 in punto. Aveva solamente un ora per trovarlo prima che si dirigesse alla terrazza del centro commerciale. La sua era una corsa disperata.
Ricordava tutto con estrema precisione: quel giorno si erano dati appuntamento sulla terrazza del centro commerciale ma lui era stato ucciso nei sotterranei della città. Quel giorno lei l'aveva atteso per ore sulla terrazza osservando il cielo limpido e le poche nuvole bianche che coloravano il cielo. Fu per un istante ma lo vide: si stava dirigendo verso l'entrata dei sotterranei.
"Aron!" lo chiamò a gran voce e il ragazzo si girò
"Eri" disse sorpreso il ragazzo nel vederla li, senza pensarci un istante la ragazza lo abbracciò mentre le lacrime le rigavano il viso
"Che ti prende? Credevo di trovarti sulla terrazza" disse Aron sorpreso dalla reazione della ragazza
Eri alzò lo sguardo e lo osservò: i suoi capelli biondi si muovevano per via del vento e gli occhi azzurri erano limpidi come il cielo
"Avevo voglia di vederti.. prima di andare sulla terrazza" disse in un sussurro Eri mentre Aron l'abbracciò. Restarono cosi per diversi minuti finché il ragazzo non propose di andare a fare una passeggiata, Eri rimase un attimo perplessa ma poi si decise: indubbiamente era meglio allontanarsi dai sotterranei.
Parlarono a lungo di vari temi percorrendo le affollate stradine di Fiordoropoli. Dovunque guardasse vedeva persone, case, strade, automobili e rumori che ravvivavano la città. Non le importava più di nulla, voleva solamente restare al fianco di Aron sicura che, nonostante avesse interferito nel passato, lo avrebbe trovato nel suo futuro. Si fermò un istante pensando che, sulla terrazza del centro commerciale, la lei del passato continuava ad aspettarlo. Sorrise e raggiunse il ragazzo che la guardò con fare interrogativo. Era sicura che il suo piano era andato in porto, era sicura che lo avrebbe rivisto una volta tornata indietro.
"Ti va di bere qualcosa?" domandò improvvisamente il ragazzo
"Eh? Ah.. si.. grazie" disse sorpresa Eri
"Cosa vuoi da bere?" chiese nuovamente Aron "Un the alla pesca, vero?"
"Si, grazie"
"Aspettami qui. Vado a prenderlo e torno" disse il ragazzo
Eri lo guardò attraversare la strada per raggiungere il bar dalla parte opposta, chiuse gli occhi per assaporare quel momento di gioia: finalmente potevano stare nuovamente insieme, finalmente le cose potevano tornare come un tempo. Riaprì gli occhi per osservare il ragazzo che tornava da lei. Aveva in mano due lattine: una di the alla pesca e una d'aranciata. Era ormai a metà strada quando un automobile lo investì davanti agli occhi della ragazza. Urlò di rabbia e di paura. Come poteva essere morto dopo che lo aveva salvato da morte certa nei sotterranei? Infondo lei veniva del futuro e sapeva come salvare il ragazzo.
Corse da lui mentre l'auto si fermò e l'autista restò paralizzato nel vedere la scena che aveva davanti. Eri osservò il ragazzo e lo chiamò a lungo ma lui non rispondeva. Il sangue aveva tinto la strada di un colore rosso acceso mentre tutti i passanti restarono fermi ad osservare la scena che avevano davanti. L'ambulanza arrivò in pochi minuti ma per Aron non ci fu nulla da fare: era morto. Era nuovamente morto.

Eri s'allontanò in silenzio sconvolta. Aveva fatto un viaggio nel tempo per evitare che il ragazzo morisse e, nonostante i suoi sforzi, lui era morto lo stesso. Batté un pugno pieno di rabbia contro un muro mentre le lacrime ripresero a rigarle il viso.
Improvvisamente Celebi uscì dalla sua Pokéball ed Eri lo guardò con rabbia
"Non è giusto!" urlò la ragazza "Lui non doveva morire!"
Il Pokémon psico-erba abbassò lo sguardo mentre la ragazza voltò le spalle al piccolo Pokémon
"Portami nuovamente indietro nel tempo" disse con rabbia l'allenatrice e Celebi fu costretto ad obbedire.
Eri e Celebi si trovarono nuovamente a Fiordoropoli e il Pokégear segnava le 16 in punto. L'allenatrice richiamò nella sua Pokéball il piccolo Pokémon e nuovamente corse al centro della città: questa volta sapeva dove trovare il ragazzo.
Come previsto lo trovò all'ingresso dei sotterranei
"Aron!" lo chiamò a gran voce e il ragazzo si girò
"Eri" disse sorpreso il ragazzo nel vederla li
"Andiamo.. andiamo via da qui..." disse col fiatone la ragazza mentre Aron la osservò sorpreso
"Credevo che volessi andare alla terrazza del centro commerciale"
"Ho cambiato idea, non voglio più andarci" ammise la ragazza prendendolo per mano "Andiamo da qualche altra parte"
"Va bene.." disse sorpreso il ragazzo vedendo il gesto dell'amica "Ti va qualcosa da bere?"
"No.. per ora è meglio evitare di bere qualcosa" disse preoccupata Eri
"Va bene... come vuoi" disse deluso Aron
Girarono per la città gremita di gente mentre Aron parlava di quanto gli era successo in quei giorni. Ma Eri non lo ascoltava minimamente, il suo unico pensiero era rivolto a salvarlo. A salvarlo dalla morte che gli era destinata. Guardò il Pokégear che segnava quasi le 17.
"Non sarebbe meglio tornare a casa?" domandò preoccupata l'amica
"Ma è ancora presto!" si lagnò Aron
"Si.. ma.." cominciò Eri mentre in sottofondo si sentivano degli spari
"Che succede laggiù?" domandò immediatamente Aron correndo nella direzione dove aveva udito lo sparo. Al primo ne seguirono altri mentre la popolazione fuggiva terrorizzata.
"Aroonn! Fermati!" gridò Eri seguendo l'amico
Senza rendersene conto Aron precedette l'amica e si trovò sul luogo dello sparo: il Team Rocket stava conducendo una lotta armata contro la polizia. Fu una pallottola vagante proveniente da una delle due fazioni rivali a colpire il ragazzo.
Quando Eri arrivò vide il ragazzo accasciarsi a terra col sangue che formò un immensa macchia rossa per terra. S'inginocchiò e pianse. Nuovamente non era riuscita a salvarlo. Aveva fallito ancora.
Andò via da quel posto e tornò nel luogo in cui era tornata indietro nel tempo. Non aveva più lacrime ma solamente rabbia. Rabbia perché non riusciva a salvare la persona a cui voleva bene. Sbatté nuovamente il pugno sull'albero la vicino maledicendosi.
Provò altre innumerevoli volte a salvare il ragazzo ma ogni volta il suo tentativo finiva con la morte del ragazzo e nell'ennesimo fallimento da parte sua.
Disperata si sedette sotto l'albero mentre Celebi le svolazzava attorno
"Perché...?" domandò con un filo di voce la ragazza "Perché...?"
Celebi la guardò comprensivo
"Perché non riesco a salvarlo? L'ho portato via dai sotterranei, non gli ho fatto attraversare la strada, ci siamo allontanati dal luogo della sparatoria e abbiamo evitato tutti gli altri luoghi possibili eppure... ogni volta lui è morto!!" disse singhiozzando Eri mentre Celebi le si avvicinò per la prima volta da quando la ragazza l'aveva catturato. Il piccolo Pokémon psico-erba le asciugò le lacrime e si sedette accanto a lei
"Perché...?" ripeté nuovamente la ragazza dopo essersi tranquillizzata un po'.

******************
Asuka si bloccò dalla lettura ponendosi la stessa domanda della protagonista del libro: perché Eri non riusciva a salvare Aron nonostante tutti i suoi tentativi? Non sapeva spiegarselo. E se pure lei avesse tentato di fare il viaggio nel tempo e avesse ottenuto gli stessi risultati della protagonista?
Si alzò dalla sedia dirigendosi verso la finestra. Osservò il cielo stellato e la luna. I suoi due Pokémon la raggiunsero e la guardarono preoccupati
"Una volta ho letto su un libro che non si può interferire con gli eventi del passato.. se mai lo si facesse ci potrebbero essere delle gravi conseguenze nel futuro.." spiegò la ragazza "Eppure si narra di un essere umano diventato Pokémon che è riuscito nell'impresa di cambiare il passato e il futuro.. allora perché la protagonista del libro non ci riesce? Qual è il motivo?"
Pikachu le saltò sopra la spalla e osservò il panorama oltre la finestra.
"Se non c'è riuscita Eri, come potrei riuscirci io? Ho avuto un idea davvero stupida... eppure vorrei tornare indietro e salvarlo.."
Il Pokémon elettrico abbasso la testa mentre Eevee si sedette pazientemente accanto alle gambe della sua allenatrice
"Se solamente lo avessi saputo forse le cose sarebbero andate diversamente.. se ci ripenso ora mi viene una rabbia!" ammise Asuka mentre le lacrime cominciarono a scenderle "Eravamo nella stessa città senza nemmeno saperlo! Avremmo potuto incontrarci, anche per caso e invece.."
Si girò guardando l'enorme stanza della biblioteca
"Sembra solamente ieri eppure sono già passati 3 giorni..." pensò la ragazza "Eravamo a Rupepoli..

.. una città da tempo insediata dal Team Galassia. Li vi si era stabilito costruendo una base camuffata a modo per impedire a chiunque di venirne a conoscenza. Molti Pokémon sparivano misteriosamente ma tutti i cittadini temevano il Team Galassia e il loro capo quindi non osavano ribellarsi. Shin in quei giorni si trovava li e a sua insaputa, pure Asuka era in quella città. Li vi era una palestra Pokémon e l'obiettivo dei due era quello di battere il capo palestra Marzia ed ottenere la medaglia.
Mentre Asuka si era fermata in città e sfidava la capo palestra, Shin aveva deciso di unirsi ad un piccolo gruppo di allenatori per penetrare nella basa del Team Galassia. Quando Shin restò solo per impedire a qualunque membro dell'organizzazione di fuggire gli avevano sparato. Era morto in un istante, in un mare di sangue. In quello stesso istante Asuka riceveva la sua medaglia da Marzia.
Subito dopo l'incontro la ragazza si era diretta al centro medico per Pokémon per rimettere in sesto la sua squadra ed aveva ottenuto la notizia. In città era avvenuta una sparatoria ed un ragazzo era morto. Il pensiero dell'amico le sfiorò la mente e divenne pallida, poi arrivò la notiza in televisione. Avevano riconosciuto il corpo del ragazzo: si chiamava Shin.
Scoppiò immediatamente a piangere mentre l'infermiera Joy cercò, inutilmente, di calmarla. Passarono alcune ore e l'allenatrice decise di tornare a casa il più in fretta possibilmente. Richiamò dalla sua sfera Poké Staraptor e insieme volarono a casa.
Arrivarono a Giubilopoli in poche ore e la notizia della morte di Shin era già sulla bocca di tutti. Si diresse a casa ma si bloccò a metà strada. Casa sua era vicina a quella di Shin e lei non aveva il coraggio di affrontare i genitori dell'amico: era sicura che sarebbe scoppiata a piangere ancor di più. Tirò fuori dai pantaloni una Pokéball e la osservò.
La Pokéball conteneva un piccolo Pikachu: quello era stato l'ultimo regalo da parte del ragazzo per lei. Riprese a piangere pensando all'amico. Senza curarsene corse via da quel posto che le ricordava Shin. Indossava ancora i pantaloni da ginnastica e una maglietta a manico corto del tutto sporchi di terra: erano i vestiti da viaggio. Se solamente avesse saputo prima che Shin si trovava in quella città l'avrebbe distratto dalla sua idea e adesso forse sarebbe ancora vivo. Corse a perdifiato senza sapere la sua destinazione, si lasciava trasportare dalle gambe e senza rendersene conto arrivò a Canalipoli...

.. e poi il resto lo sapete... sono entrata in biblioteca e ho cominciato a leggere quello strano libro" raccontò Asuka ai suoi due Pokémon mentre tremava "Non ho potuto fare nulla per lui.. e domani.. ci sarà il suo funerale.."
Mentre Pikachu cercava di sollevare il morale alla sua allenatrice, Eevee tornò vicino al piccolo tavolino e osservò incuriosito il libro
"Volete che finisca di leggerlo?" domandò ai due Pokémon ma in realtà lo domandò a se stessa, i due fecero un cenno affermativo
"Va bene... vediamo.. dov'ero arrivata? Ah si.."
 
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"Secondo te cosa devo fare?" chiese in un sussurro Eri al Pokémon leggendario. Per tutta risposta Celebi la portò nuovamente nel passato, prima della morte di Aron
"Che senso ha? Ormai non posso impedire la sua morte.. tanto vale che mi riposti nel mio tempo.." disse rassegnata la ragazza ma il Pokémon psico-erba volò via costringendo l'allenatrice a seguirlo finchè non si trovarono alle porte della città. Eri si bloccò ansimando
"Perché mi hai portata nuovamente qui?" domandò nuovamente la ragazza "Cosa devo fare? Vedere nuovamente la sua morte? A questo punto preferisco non fare nulla!"
Eri si voltò dalla parte opposta ma Celebi richiamò nuovamente la sua attenzione
"Se proprio devo fare qualcosa... allora farò l'unica cosa che posso fare" disse in un sussurro la ragazza facendo tornare per l'ennesima volta nella sua sfera Poké il Pokémon.
Si diresse nei sotterranei e aspettò che il ragazzo vi entrasse. Osservò il suo Pokégear: segnava le 16.05. Lo aspettò e lo vide in lontananza
"Eri" disse sorpreso il ragazzo nel vederla li
"Ciao" lo salutò la ragazza con un leggero sorriso
"Credevo che volessi andare alla terrazza del centro commerciale"
"Mi sono presa un po' d'anticipo per fare alcune cose.. ma ti aspetto lo stesso in terrazza.." disse Eri rivolgendogli un sorriso
"Ah.. va bene.."
"Infondo.. questa è l'ultima volta che ci vediamo.." disse in un sussurro la ragazza
"Come?" chiese confuso l'amico
"Niente..." replicò immediatamente Eri "A dirla tutta sono venuta qui per un motivo..."
"E quale sarebbe?" domandò incuriosito Aron, Eri si avvicinò, lo guardò dritto negli occhi e lo baciò
"Ti amo.." disse la ragazza staccando leggermente le labbra da quelle del ragazzo. Sentendo quelle parole Aron l'abbracciò immediatamente e ricambiò il bacio
"Pure io ti amo... volevo confessartelo sulla terrazza ma a quanto pare mi hai preceduto" disse Aron mentre Eri era tutta rossa in viso
"Adesso devo andare.. ci vediamo tra poco sulla terrazza.." disse Eri allontanandosi di qualche passo dal ragazzo me questi la bloccò prendendola per mano
"Aspetta! Possiamo andarci insieme.. ormai sei qui e"
"No.. mi piacerebbe ma ho ancora un impegno... sta’ tranquillo.. ci vediamo tra poco" disse la ragazza liberandosi dalla presa di Aron
"Va bene..." disse dispiaciuto il ragazzo "A tra poco"
"A tra poco" disse Eri salutandolo, si voltò e fece qualche passo mentre Aron si allontanava sempre di più, si voltò per guardarlo un ultima volta
"Addio... e perdonami se non ti ho detto nulla" disse la ragazza mente le lacrime le scendevano dagli occhi. Corse via piangendo mentre pochi minuti dopo il ragazzo moriva nei sotterranei.
Si fermò solamente dopo pochi minuti nello stesso identico punto in cui si ritrovava all'inizio del suo viaggio nel tempo, fece uscire dalla sua Pokéball Celebi e abbassò lo sguardo
"Non posso modificare il corso della storia.. però ho capito immediatamente che io l'ho fermato nei sotterranei. Almeno ho potuto dirli ciò che provavo.. almeno non ho avuto questo rimpianto" disse Eri con un sorriso mentre le lacrime le scendevano spontanee.
Celebi cominciò a preparare l'ennesimo viaggio attraverso il tempo. Eri chiuse gli occhi mentre una fortissima luce avvolgeva i due.

Quando Eri aprì nuovamente gli occhi si trovò nuovamente nel Bosco di Lecci. Si guardò attorno e sorrise al Pokémon leggendario
"Grazie.. grazie a te ho avuto la possibilità di salutalo per l'ultima volta.." disse grata la ragazza "Adesso puoi tornare nuovamente libero"
Mentre il Pokémon in grado di viaggiare nel tempo spariva tra la folta vegetazione del bosco, lei osservava quanto le stava attorno. Dopo lunghi ed infiniti giorni si sentiva vuota ma felice. Finalmente poteva ricominciare a vivere. Si allontanò dal tempio dedicato a Celebi e uscì dalla foresta. Il sole le batté sul viso e lei guardò avanti. Aveva ancora molta strada davanti ma era felice di non aver sprecato quella preziosa occasione per dire delle semplici parole. Non si voltò per guardare il bosco e procedette avanti.

******************
I primi deboli raggi di luce passavano dalla finestra mentre la candela pian piano si spegneva. La debole luce veniva avvolta dolcemente dai raggi di sole che si rafforzavano con l'arrivo dell'alba.
Accanto al piccolo tavolino della biblioteca, Asuka e i suoi Pokémon si erano da tempo addormentati: lei sul libro, Eevee sulle sue gambe e Pikachu sul tavolo.
Quando i primi raggi di sole colpirono in faccia l'allenatrice cominciò a svegliarsi. Si osservò attorno notando che Arcanine era sveglio; aveva vegliato su di loro per tutta la notte. Rivolse un sorriso al Pokémon fuoco e svegliò Pikachu ed Eevee.
Si diresse verso la finestra osservando il mare e lo splendido sole che quel giorno illuminava tutta la regione di Sinnoh. Non aveva più la forza di piangere ma si sentiva stranamente serena.
Pikachu la guardò preoccupato ma Asuka lo prese in braccio e li rivolse un sorriso
"Ora va tutto bene" disse la ragazza mentre Eevee s'avvicinò al libro facendo notare a tutti che mancava una pagina da leggere: l'ultima.
"E'vero.. manca l'ultima pagina dove si dovrebbe trovare la risposta che si cerca" disse la ragazza avvicinandosi al tavolo. Si fermò un istante mentre i suoi Pokémon la guardarono incuriositi, senza pensarci due volte Asuka chiuse il libro
"La risposta che volevo l'ho già trovata" disse con un sorriso l'allenatrice "Infondo, io e la protagonista avevamo lo stesso obiettivo"
Guardò un istante i suoi Pokémon che la guardavano interrogativi
"Vogliamo andare?"
Al sentire quella domanda Arcanine affiancò la sua allenatrice che lo riempì di coccole e lo fece rientrare nella sua sfera Poké. Solamente Pikachu ed Eevee la seguirono a piedi.
In un attimo la ragazza scese le scale e si trovò al piano terra dove la bibliotecaia lavorava
"Buongiorno" salutò cortesemente Asuka
"Buongiorno..." disse la donna osservandola un istante "Vedo che passare la notte qui ti ha fatto bene"
"Si.. ho trovato un libro davvero interessante.. la ringrazio di tutto"
"E'stato un piacere.. se hai voglia di leggere qualche altro libro vieni pure"
"Grazie" rispose la ragazza uscendo dalla biblioteca.
Il sole era ormai sorto da alcune ore ma si rifletteva sul mare creando splendidi colori sulle onde. Nel vedere quello spettacolo Asuka restò senza fiato. Dopo molti giorni di pianto vedeva finalmente la speranza che il nuovo giorno portava con se.
Cominciò ad avviarsi verso la sua città natale, Giubilopoli, e casa sua.

Da quando Asuka aveva lasciato Canalipoli erano passate alcune ore ma finalmente scorgeva le prime case della sua città. Finalmente era tornata a casa.
Le numerose vie della città erano gremite di persone, le case si affiancavano l'una all'altra e le numerose attrazioni richiamavano moltissimi viaggiatori da tutta la regione. Giunse finalmente davanti a casa di Shin e si bloccò un istante per prendere un profondo respiro, bussò alla porta ed attese.
La madre del ragazzo aprì la porta e riconobbe subito la ragazza
"Asuka" disse scoppiando a piangere mentre la ragazza abbracciò la donna.
Era un a signora piuttosto giovane, con capelli mori, ricci e di una statura un po' minuta.
"Mi dispiace.." disse Asuka scoppiando a piangere, solamente dopo qualche minuto la donna invitò la ragazza ad entrare in casa.
Attraversarono un piccolo corridoio e si ritrovarono in un piccolo salotto con due piccole poltrone, un caminetto che d'inverno bruciava la legna per scaldare l'ambiente, qualche quadro di Pokémon selvatici attaccati sulle pareti, una finestra e il tutto accompagnato dolcemente da un tappeto grande quasi quanto la stanza. Ma quello che colpiva maggiormente i vari visitatori erano gli splendidi fiori curati con dedizione dalla padrona di casa.
Vide il padre di Shin e li porse le sue condoglianze, pure lui aveva le lacrime agli occhi nonostante fosse un uomo molto duro e riservato. Ma lei lo conosceva bene: quella era tutta apparenza per chi non conosceva bene quell'uomo. Portava gli occhiali mentre alcuni ciuffi di capelli gli cadevano sulla fronte. Era più alto di sua moglie, magro, con occhi penetranti e capelli biondi.
"Ecco io.. quel giorno ero a Rupepoli" cominciò Asuka cercando le parole esatte ma l'uomo la bloccò
"Non importa, sono sicuro che anche se fossi stata con lui non l'avresti dissuaso dal suo intento" disse l'uomo appoggiando una mano sulla spalla della ragazza "Gli volevi bene vero?"
"Si" rispose la ragazza abbassando la testa mentre l'uomo rimase a riflettere un istante. Poi si staccò dalla ragazza e prese, da un comodino li accanto, una piccola busta di carta.
"Shin adorava scrivere poesie.. con questa voleva partecipare ad un concorso ma l'ha destinata a te" disse l'uomo porgendo la busta alla ragazza
"Ma io.. non posso accettarla" si giustificò la ragazza "Specie se voleva partecipare ad un concorso!"
"Scommetto che Shin sarebbe contento se la leggessi prima tu.." disse la madre del ragazzo mentre Asuka prese titubante la busta di carta
"Grazie" ringraziò "Adesso.. sarà meglio che vada a casa.. non ho nemmeno avvertito i miei genitori che sono tornata..."
"Allora è meglio non farli preoccupare.." disse l'uomo mentre entrambi accompagnarono la ragazza fino alla porta d'ingresso
"Grazie di tutto, e ancora condoglianze" disse Asuka
"Grazie a te" risposero i due in coro

Asuka tornò immediatamente a casa e dopo aver salutato i propri genitori andò nella propria stanza a leggere il contenuto della busta. Era una piccola stanza situata al secondo piano con un letto, un computer, alcuni peluche di Pokémon, un piccolo tappeto, un comodino, un quadro raffigurante un Persian e una finestra dalla quale si poteva vedere l'intera città.
Sapeva benissimo che al ragazzo piaceva molto scrivere poesie ma non riusciva a credere che volesse proprio lei come prima lettrice, ancor prima di mandarla ad un concorso.
L'aprì e la lesse tutto d'un fiato. Le scesero le lacrime nel leggere quei versi ma vi era qualcosa di strano, mancava qualcosa in quella poesia e non sapeva capire cosa. La rilesse con attenzione e vi rifletté. Non capiva come mai Shin volesse spedire ad un concorso una poesia a cui mancava qualcosa.
Pikachu ed Eevee ascoltarono in silenzio la poesia e per tutto il tempo restarono vicini alla loro allenatrice.
Asuka rimase per alcune ore nella sua stanza a leggere la poesia senza trovare la risposta del perché vi mancasse qualcosa. Uscì di casa e si diresse verso l'unica fontana della città. La fontana era circondata da uno splendido albero, ogni volta che il sole era alto nel cielo, l'ombra dell'albero permetteva ai viaggiatori di ripararvisi sotto. E cosi fu per Asuka. Si sedette ai piedi dell'albero e ripensò alla poesia di Shin: non sapeva spiegarsi dove la poesia stonava. Se solamente Shin fosse vivo le avrebbe spiegato che cosa mancava ma purtroppo lui non c'era più. Si trovò cosi a pensare alla protagonista del libro e all'ultimo incontro con il ragazzo a cui voleva bene, in quel momento si era dichiarata nonostante sapesse che non l'avrebbe rivisto mai più.
"Già.. si era dichiarata.." disse pensierosa Asuka mentre Pikachu ed Eevee la guardarono leggermente assonnati da quel bel tempo
"Ma certo!" gridò la ragazza di gioia mentre i due Pokémon restarono sbigottiti "Ecco che cosa mancava alla poesia!"
Prese il foglio dove vi era scritta la poesia, prese una matita ed aggiunse una frase alla fine
"Ti amo.. ecco come doveva finire la poesia.. ed è anche il motivo per cui voleva che la leggessi io per prima.. per dichiararsi" spiegò Asuka con qualche lacrima i gioia "Sono contenta.. perché anch'io lo amavo... se le cose fossero andate diversamente forse adesso saremmo qui insieme... ma anche cosi sono felice..."
Rimise la poesia dentro alla busta e tornò a casa, il giorno dopo si sarebbe svolto il funerale di Shin e lei doveva essere in forma.

Qualche mese dopo Asuka, riprese il suo viaggio alla conquista delle mancanti medaglie della regione di Sinnoh ma quando la madre le telefonò informandola che vi era una lettera per lei tornò immediatamente a casa.
Andò in camera sua e si fiondò sulla lettera ricevuta.
La lesse velocemente e fece un sorriso mentre le lacrime le scendevano dagli occhi. Si precipitò fuori di casa e andò in cimitero diretta verso una precisa tomba: quella si Shin.
Si fermò ansimando e osservò la semplice lapide: le scritte riportavano poche ma essenziali informazioni, il nome e il cognome del ragazzo, la data di nascita, quella di morte e una foto.
"La tua poesia è arrivata prima.. complimenti.." disse Asuka col fiatone "Sono contenta per te.."
Le lacrime le rigavano il viso ma Asuka aveva un espressione felice, sapeva che il ragazzo le voleva bene e lei gliene voleva altrettanto ma doveva guardare avanti. Il dolore era ancora vivo ma era certa che col tempo la ferita si sarebbe leggermente rimarginata. Appoggiò la lettera col primo premio sulla tomba e si voltò dalla parte opposta. Se ne andò portando il ricordo del ragazzo nel proprio cuore.

Nello stesso istante nella biblioteca di Canalipoli una piccola figura fluttuava nell'aria e si muoveva sicura tra tutti quei libri. Prese il libro senza titolo e si preparò per un viaggio nel tempo certo che il libro sarebbe servito a qualche altra persona, ma per ora voleva solamente tornare al Bosco di Lecci.

FINE

Dedicato a mio padre e a tutte le persone a cui vogliamo bene ma che se ne sono andate.
 
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3 replies since 6/3/2010, 01:34   41 views
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